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L'alba senza sole di San Giovanni: 30 anni fa l'esplosione al deposito Agip

Nei serbatoi al centro dello stabilimento erano stoccate almeno 9 tonnellate di benzina. Numeri da tragedia vera: cinque morti, cieli neri sull'intera città e fiamme per una settimana, 165 feriti e 2594 senzatetto

Sono passati 30 anni dal 21 dicembre 1985. Quel giorno, all'alba, un terribile incendio provocò l'esplosione di venticinque serbatoi della raffineria Agip di Vigliena, nel quartiere napoletano di San Giovanni a Teduccio. Fu un giorno tragico per Napoli: cinque morti, cieli neri e fiamme per una settimana, città divisa in due con circolazione bloccata fino all'autostrada. Furono 165 i feriti, 2594 persone rimasero senza casa. In totale, 100 miliardi di lire di danni. La sensazione fu quella di tornare ai difficilissimi momenti del terremoto di 5 anni prima.

I fatti ebbero inizio alle 5.13. Trentatré minuti prima una guardia giurata stava ultimando il suo giro e sentì un forte odore di benzina. A quell'ora la nave cisterna Agip-Gala stava scaricando 20mila tonnellate di benzina super. Ne mancavano 11mila. Le altre 9mila erano nell'area centrale del deposito, in attesa dei controlli della Finanza.

Forse un attimo di stanchezza delle squadre di turno, il serbatoio si era riempito e la benzina aveva cominciato a fuoruscire. Bastò una minima scintilla per scatenare il rogo. È proprio al centro del deposito che avvenne l'incendio. L'esplosione fu violentissima, per due persone non ci fu nulla da fare, investiti dalle fiamme. Ma fu l'inferno anche per i sopravvissuti. "Vedevo solo fiamme e fumo, i serbatoi esplodevano uno dopo l' altro. Non si respirava", raccontò Agostino Galloni, appuntato della Guardia di Finanza.

Nelle case più vicine all'area industriale, il panico. In via della Breccia di Sant' Erasmo crollarono due vecchie abitazioni, e in una via restarono sepolte due donne che persero così la vita. L'onda di calore sprigionata dal rogo colpì la vicina Circumvesuviana fino a lambire la stazione centrale, investendo anche un treno: quaranta viaggiatori restarono feriti. Armando Sodano, capostazione, avrebbe poi raccontato che "la strage è stata evitata per miracolo" perchè al momento dell'esplosione il treno viaggiava a bassa velocità.

Fu un dramma anche dal punto di vista ambientale, e non solo per il denso fumo nero che avvolse la città intera. Due tonnellate di benzina e gasolio finirono nelle fogne, raggiungendo quindi il mare attraverso il torrente Pollena.

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