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Sabato, 20 Aprile 2024
San Giovanni a Teduccio

Settimana della legalità: la camorra spiegata ai ragazzi della VI municipalità

Sette giorni di incontri e dibattiti dove gli studenti della VI municipalità entreanno a contatto con alcuni dei principali esponenti nella lotta alla camorra e al teppismo. Un progetto che gli organizzatori spiegano punti : "Al recupero etico della periferia orientale e alla riqualificazione del territorio attraverso lo strumento culturale”

E' partita lunedì e terminerà venerdì, nell’istituto superiore “Rosario Livatino” di San Giovanni a Teduccio, la settimana della legalità.  Sette giorni che gli studenti trascorreranno tra incontri e dibattiti con alcuni dei principali esponenti nella lotta alla camorra e al teppismo. Tano Grasso, Silvana Fucito, don Luigi Merola e l’assessore alla legalità Luigi Scotti sono solo alcuni dei partecipanti agli incontri previsti per l’edizione 2009 di questa iniziativa, inaugurata l’anno scorso, e che rientra in un progetto più ampio e complesso che è “I giovani e le periferie”.

Ormai è dal 2006 che la proposta, di alcuni docenti e dell’allora preside Aristide Ricci, di sensibilizzare gli studenti alla legalità si è concretizzata in una serie di attività curriculari ed extracurriculari. Lo studio della cultura della legalità in tutte le classi dell’Istituto ne è un esempio, insieme ad un laboratorio teatrale sui temi della delinquenza e della criminalità.

Come spiegano le professoresse Antonella Sasso e Beatrice Carrillo, tra le coordinatrici del corso: “Questo progetto mira al recupero etico della periferia orientale e alla riqualificazione del territorio attraverso lo strumento culturale”. Soprattutto in una zona a rischio come quella della VI municipalità improntare un discorso di questo genere è di fondamentale importanza, perché solo attraverso la sensibilizzazione dei giovani si può sperare che si realizzi il cambiamento della società in un futuro prossimo.

Ieri si è svolto l’incontro con il prete anti-camorra don Luigi Merola ed il regista teatrale Giovanni Meola. Quest’ultimo, da anni impegnato nel tentativo di fondere la sua passione per il teatro insieme con la tematica sociale della legalità, è fautore del cosiddetto “teatro sociale”.

"Attraverso gli esperimenti teatrali – spiega l’attore e regista napoletano - c’è l’obiettivo di portare in scena le vicende di un mondo, quello del sud, di Napoli, che propone ogni giorno mille storie violente, tenere o paradossali, senza tregua, storie che riguardano tutti". Trattando queste tematiche di così forte impatto sociale, il teatro diventa un mezzo potentissimo per acquisire consapevolezza di sé, degli altri e del mondo che ci circonda. Insomma, invita a ragionare con la propria testa, liberi dai condizionamenti esterni.

Come ha dichiarato padre Merola, infatti: “Finchè i giovani saranno trascinati, non saranno mai protagonisti. Per essere protagonisti bisogna diventare trascinatori”. Inoltre, l’ex parroco di Forcella ha insistito sul sentire la legalità un tema vicino non solo durante le manifestazioni organizzate, bensì sempre, affinchè diventi parte integrante della nostra condotta di vita. Rivolgendosi soprattutto agli studenti che lo ascoltavano ammirati ha spiegato quanto sia importante impegnarsi a partire dalle piccole cose, come indossare il casco in motorino o rispettare il codice della strada. 
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